Azienda Agristuristica Sangiovanni

“Montanari”  è il soprannome della famiglia Sangiovanni, generazioni di frantoiani delle colline caiatine. Antonio, sguardo fiero e anima da condottiero, è  un pioniere delle attività agrituristiche. Dopo aver lavoranto in Toscana, negli anni ‘80 torna alle sue terre per realizzare un agricampeggio, il primo a credere che l’agricoltura potesse diventare una risorsa turistica.

La Colombaia

Alle porte di Capua brulica La Colombaia, azienda agricola biodinamica dalle due anime. Unite da un cordone ombelicale, una se ne sta tra valli e colline, indaffarata nell’allevamento sostenibile di suini neri e bovini di razza marchigiana, a vegliare sulle mucche ci pensa Barone, il giovane toro, l’altra, di 100 ettari, sonnecchia in pianura, impegnata nella produzione di cereali e ortive invernali esportati in tutto il mondo: lattughe, cavoli, finocchi, spinaci, mais, bietole, fragole, zucche. “Siamo nati 30 anni fa”, dice Francesco, “per ispirazione di tre fratelli, Enrico, mia madre Orsola e Pasquale”. Due anime ma un unico organismo. “Il nostro obiettivo non è tanto l’allevamento inteso come fonte di carni ma il letame prodotto da animali che mangiano solo prodotti di nostra produzione, lontani anni luce da fitofarmaci e pesticidi".

La Querciolaia

“Le nostre galline vivono in libertà seguendo i ritmi della natura svegliandosi col sole e andando a dormire al tramonto”. Niente a che vedere i lager intensivi dove la vita di una gallina imbottita di ormoni trascorre con la luce perennemente accesa nello spazio di una scatola di scarpe. Barbara e Pietro hanno una famiglia “allargata”: 3 figli e 150 galline. Gallina livornese, Fulva del Sannio, Cucula campana detta anche “Cicirinella” e qualche Auracana dalle uova celesti: tutte insieme appassionatamente, nel segno della libertà e del benessere. Razzolano radici, erbe, insetti e lombrichi e granaglie bio al 100% . Il risultato? Uova buonissime con valori qualitativi e nutrizionali di gran lunga migliori di quelle presenti in commercio. Uova eccellenti che raccontano una scelta di vita, valori umani, affetti, amore per la propria terra.

Masseria Giòsole

Sessanta ettari di verde luccicante dalle mille sfumature. Un angolo d’Inghilterra nella campagna capuana. Sembrerebbe la dimora dei Windsor e invece nella masseria si muovono trattori e operai. “Joe Sole”, racconta Nicola, "è un’azienda multifunzionale da 30 anni. Alterniamo coltivazioni agricole, trasformazioni delle materie prime, attività agrituristica, produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici. Il più grande da 1000 KW è costruito su serre agricole dove si coltivano nettarine e rende l’azienda autonoma dal punto di vista energetico”.

Masseria del Sesto

La Masseria Del Sesto è l’anello di congiunzione in verticale tra nonni e nipoti e orizzontale nel senso di rete con altre realtà del territorio. Biodiversità e sostenibilità sono i principi cardine che ispirano il lavoro di Anna e Crescenzo, quotidianamente testimoni di valori del passato ancora più importanti in una contemporaneità rivolta all’iperproduzione. “In un mercato appiattito e omologato l’autenticità è un valore sempre più riconosciuto dalle persone consapevoli”. Legumi come il Lupino gigante di Vairano e il Cece di Teano (entrambi presidi Slow Food), grani antichi, zafferano, mais tradizionali autoctoni e pomodoro antico di Pietravairano sono i prodotti della Masseria.

La Sbecciatrice

Mimmo Barbiero, poeta della terra, appassionato viaggiatore si racconta con l’hashtag #resistenzacontadina. Contadino colto, antropologo, parla indifferentemente italiano e dialetto, esprime idee rivoluzionarie come l’energia rossa del Pomodoro riccio, antica cultivar ottocentesca. Insieme al fratello Lino, naturalista, e alla compagna Jurate, ingegnere del design, è anema e core della Sbecciatrice, realtà agricola che sintetizza antichi insegnamenti familiari e tecniche attuali per fortificare la biodiversità vegetale dell’Alto Casertano. Oltre al Pomodoro riccio trasforma prodotti preziosi come il Fagiolo lenzariello (coltivato in piccoli appezzamenti di terreno chiamati “lenze”), il Fagiolo curniciello o munaciello e il Cece delle colline caiatine. Conserve, creme e confetture sono l’essenza di una scelta di vita nobile, faticosa, coerente con Madre Natura.

Azienda agricola Antonietta Melillo

Benvenuti ad Alife, città fortificata da imponenti mura romane che abbracciano la città per circa 2 km. Qui la vita è semplice e preziosa come le cipolle di Antonietta Melillo, piccola grande donna, forte di spirito e brillante di genio. Tutto inizia quando zia Mariannina, ottantatré primavere di gentilezza, le regala i semi di una varietà di cipolla ormai quasi scomparsa. Quella cipolla che i gladiatori romani si sfregava- no sul corpo per tonificare i muscoli e che i Longobardi sembra utilizzassero nei baratti. Antonietta è la signora delle cipolle alifane; grazie a lei oggi esiste il Presidio Slow Food dedicato alla cipolla di Alife dal sapore dolce e sapido, delicato e gradevole: nel suo laboratorio le trasforma in agrodolce o in quella crema che va a nobilitare la Memento, una delle pizze più preziose del menù di Pepe in Grani.

Tenuta Coscia - L'Ape e il Girasole

A Squille, Giuseppe Coscia è il profeta del suino nero casertano, maiale antichissimo già conosciuto in epoca romana. L’azienda agricola di famiglia produce eccellenti salumi e insaccati da cinque generazioni, proprio come lo Zi Pascale ritratto in una foto degli anni ‘50 insieme a Pachiacchione, simbolo di questo suino. Dal Suino di Razza Casertana si ottengono prosciutto, capocollo, guanciale, pancetta, lonza, salame e tre salsicce speciali: ‘a sasiccia, a’pezzente e c’a vufara. Passione, competenza, amore per la propria terra e le tradizioni familiari sono la forza di Giuseppe, deus ex machina dell’azienda.