La Masserie
Tre generazioni vivono nel cuore e nella passione di Sara Carusone, sorriso lucente come il suo amato Rosato. “Era destino che mi scoppiasse questa passione... Mi sono innamorata della storia del Pallagrello all’improvviso mentre discutevo la tesi di laurea in Storia e Letteratura esponendo la storia vitivinicola di Terra di Lavoro. Dopo la tesi ho sentito forte il desiderio di sporcarmi le mani e mettermi in gioco. Tra queste vigne ho trovato il mio posto nel mondo e quando ne parlo mi commuovo. La Masserie - che va bene pronunciata in francese e in napoletano - è uno spaccato di autentica Campania Felix. E Sara trasmette gioia, felicità e pienezza come i suoi vini in perfetta sintonia con le etichette disegnate dall’artista Bruno Donzelli. “Il Veritas, rosato di Casavecchia elegante e dolce, esile e silenzioso è quello che sento più mio. Mi emoziona la sua gradevole complessità sempre in evoluzione. Amo Pallagrello e Casavecchia come il mio
Canestrini Wine
Nell'eremo che dà sui fitti boschi sopra Castel Campagnano, tra ulivi e ombrose querce, mamma Adele affida all’olio bollente i fiori della robinia. Il pasto alle erbe è servito sul tavolo di legno, con vista su selvaggi panorami: frittelle di salvia, pasta e ceci con bietole e acciuga salata, involtini di verza in foglie di cavolo rosso, polpette di broccoli selvatici, cipolle imbottite. Si mangia sopra l’orto dove crescono erbe aromatiche, piselli, fave, cipolle, insalata, carciofi, cicoria selvatica, all’ombra della vecchia casa col pavimento e il forno originali. “Quando arrivai qui vent’anni fa in cerca di un luogo dell’anima, era un rudere con gli alberi dentro”. Le consigliarono di trasformarla in una casa hollywoodiana e invece è diventata il regno del silenzio. C’è anche la cantina costruita per motivi misteriosi da papà Carmine, tifosissimo degli All Blacks.
I Cacciagalli
Negli anni ’60 alla masseria I Cacciagalli, non lontano dagli umori del vulcano Roccamonfina, nonno Florestano espiantò i vitigni autoctoni per mettere a dimora vigneti di tipo internazionale. Scelta di convenienza: il core business a quel tempo era la vendita dell’uva. Quando vent’anni fa la nipote Diana, agronoma, riprese l’azienda di famiglia, decise di tornare alle origini. Espiantò i vitigni del nonno per premiare il terroir. “Volevamo ricominciare dalle vigne che identificano la nostra terra. I bianchi Fiano e Falanghina, i rossi Aglianico, Piedirosso e Pallagrello Nero”.
Terre dell'Angelo
L’anima del Matese, la passione per la propria terra, mettere a frutto idee e competenze con una vision contemporanea con lo scopo di rendere economicamente sostenibile l’attività agricola. È questo il progetto che Giandomenico D’Ambrosio, Domenico D’Orsi e Matteo Cinquedita hanno chiamato Terre dell’Angelo. Primo passo è stato il recupero dell’ulivo, simbolo di una cultura agraria antichissima e poi la riscoperta di vitigni autoctoni come Pallagrello e Casavecchia. Sovescio fatto con metodo scientifico, cura maniacale nella raccolta, lavorazione rigorosa e vinificazione in anfore per garantire un’ottima ossigenazione evitando di contaminare il vino con i tannini del legno: sono questi i punti salienti di un lavoro che si concretizza in vini fortemente identitari. Il radicamento col territorio si esprime con etichette i cui colori sono quelli degli affreschi della grotta di San Michele d’Alife, santuario rupestre dedicato al culto micaelico. Forme essenziali e…
Alois
La famiglia Alois storicamente legata alla produzione tessile di gran pregio a San Leucio, dal 1992, grazie a Michele, diventa un punto di riferimento nella produzione vinicola dedicandosi alla riscoperta di antichi vitigni autoctoni nei pressi di una casa rurale borbonica ottocentesca. Splendida location con tre vigneti nell’armonica cornice paesaggistica di Pontelatone: Audelino, Cesone e Morrone-Casalicchio. La mission di Alois è ben raccontata da Massimo che vede nelle microzone l’e- saltazione delle diversità che caratterizzano questo territorio dall’anima sia calcarea che vulcanica: “Il nostro progetto è incentrato nello studio genotipo-ambiente in relazione ai diversi tipi di suolo per ottimizzare la produzione di Casavecchia e Pallagrello”. Massima sintesi della filosofia aziendale sono i tre cru Morrone (Pallagrello Bianco) fresco e dalla bassa acidità e il Murella (Pallagrello Nero) provenienti dalla vigna di Casalicchio; e poi il Trebulanum Riserva…
Davide Campagnano
Siamo a due passi dalla confluenza tra Calore e Volturno, luogo di energie virtuose, come il carattere e la storia di Davide Campagnano. “Preservare, conoscere, valorizzare le radici di una famiglia contadina sono le passioni che mi ha trasmesso nonna Filomena”. Dopo la laurea in Scienze Agrarie Davide si dedica ai terreni familiari concentrandosi nella produzione di vino. Qui si producono Pallagrello Bianco e Nero, Barbera del Sannio, un po’ di Fiano e il buonissimo Pizzutiello “che noi chiamiamo Nativo perché ancora non esiste come specie catalogata”. La produzione è più che bio perché la filosofia aziendale è quella di generare gli induttori di resistenza che stimolano naturalmente la difesa della pianta. Vinificazione in acciaio e fermentazione con lieviti indigeni per salvaguardare l’identità di un vino che nel calice deve esprimere il territorio. Vendita diretta in azienda, degustazioni nei vigneti o in cantina direttamente dalla botte. Da non perdere la…
Tenuta Tralice
Le colline che si accavallano come onde tra Caiazzo a Alvignano sono un trionfo di biodiversità dove la presenza di vigneti si alterna a zone di macchia e seminativi. In località Spinosa, in un terreno pietroso ed argilloso, i fratelli Raffaele e Bonaventura Tralice vedono il luogo adatto per una produzione vinicola di qualità: “non è stato facile trasformare la natura ostile di questo terreno in vigne gentili”, sottolinea Raffaele. Due ettari destinati alla produzione di Pallagrello Nero e Rosato, mentre nella zona di Castel Campagnano vengono coltivati vitigni di Pallagrello Bianco. La filosofia aziendale punta a una produzione che predilige la lavorazione in vigna riducendo al massimo gli interventi in cantina. Tutto inizia dal vigneto allevato a guyot, diserbo meccanico delle infestanti, ossigenazione del terreno e concimazione con prodotti rispettosi della natura. Un microclima molto particolare caratterizzato da accentuate escursioni termiche garantisce le…
Terrae Tiferni
In attesa che Alice, un anno e un mese, vada ai posti di comando, Cesare e Monica portano avanti l’azienda vitivinicola nata 7 anni fa ai confini della vigna di tre ettari. Ha preso il posto della masseria di Antonio Melillo, bisnonno di Cesare. Sul pavimento della corte, dove un tempo c’erano le mucche e il fienile, è incastonata la pietra di fondazione con l’anno e le iniziali, M.A. 1934. Sono partiti da zero i due sposini. Ci hanno messo la faccia e il sudore. Non siamo lontani da Monticelli, dove nasceva il dolce Pallagrello che inebriava re Ferdinando IV di Borbone. Ne scorreva a fiumi durante le feste di corte.
Masseria Piccirillo
La strada che da Caiazzo vola verso Castel Campagnano è un viaggio nella bellezza. È lì che si trova l’azienda agricola della famiglia Piccirillo. Qui, oltre ai leggendari pranzi domenicali con prodotti a centimetro 0, si beve molto bene. Carmine, appassionato viticoltore e vinificatore di Pallagrello e Casavecchia insieme alla moglie Claudia fa gli onori di casa; sono i genitori di Giovanni, è lui che ha trasformato la cantina Beati Colli in un luogo di sapiente creatività: laureato in enologia ad Avellino e specializzato presso l’Institut des Sciences de la Vigne et du Vin a Bordeaux. La sua tesi di laurea incentrata “sull’attitudine dell’uva Pallagrello bianco a divenire un vino spumante” sarà il concepimento della sua opera d’arte: il Prima Gioia, primo spumante brut di Pallagrello bianco in purezza, ottenuto con metodo classico affinato per 26 mesi. Era il 2017, consolidamento di una storia familiare e inizio di un percorso di talento.