Civico69

Nel cuore di Alife, a piazza della Liberazione, c’è la pizzeria-trattoria Civico 69, numero che, dice Armando, "comme avuote e comme ‘o ggire, sempe sissantanove è". Aperto nel 2015 per la passione culinaria di tre amici, restano Alfonso e Armando, il locale è divenuto presto realtà del territorio. “Puntiamo sui prodotti locali”, fa eco Danilo De Cristofaro, chef alifano purosangue, anche lui a chilometro zero. E così ogni giorno vanno e vengono carichi di mozzarella di bufala campana DOC del Caseificio Il Casolare, le farine del Mulino Caputo di Napoli, il caciocavallo dell’Azienda Agricola Miramonti di San Potito Sannitico, il pomodoro San Marzano Gustarosso della Cooperativa Danicoop di Sarno, il fiordilatte del Caseificio Perrella di Alife, la cipolla dell’Azienda Agricola Antonietta Melillo.

La Colombaia

Alle porte di Capua brulica La Colombaia, azienda agricola biodinamica dalle due anime. Unite da un cordone ombelicale, una se ne sta tra valli e colline, indaffarata nell’allevamento sostenibile di suini neri e bovini di razza marchigiana, a vegliare sulle mucche ci pensa Barone, il giovane toro, l’altra, di 100 ettari, sonnecchia in pianura, impegnata nella produzione di cereali e ortive invernali esportati in tutto il mondo: lattughe, cavoli, finocchi, spinaci, mais, bietole, fragole, zucche. “Siamo nati 30 anni fa”, dice Francesco, “per ispirazione di tre fratelli, Enrico, mia madre Orsola e Pasquale”. Due anime ma un unico organismo. “Il nostro obiettivo non è tanto l’allevamento inteso come fonte di carni ma il letame prodotto da animali che mangiano solo prodotti di nostra produzione, lontani anni luce da fitofarmaci e pesticidi".

Masseria Giòsole

Sessanta ettari di verde luccicante dalle mille sfumature. Un angolo d’Inghilterra nella campagna capuana. Sembrerebbe la dimora dei Windsor e invece nella masseria si muovono trattori e operai. “Joe Sole”, racconta Nicola, "è un’azienda multifunzionale da 30 anni. Alterniamo coltivazioni agricole, trasformazioni delle materie prime, attività agrituristica, produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici. Il più grande da 1000 KW è costruito su serre agricole dove si coltivano nettarine e rende l’azienda autonoma dal punto di vista energetico”.

Tenuta Coscia - L'Ape e il Girasole

A Squille, Giuseppe Coscia è il profeta del suino nero casertano, maiale antichissimo già conosciuto in epoca romana. L’azienda agricola di famiglia produce eccellenti salumi e insaccati da cinque generazioni, proprio come lo Zi Pascale ritratto in una foto degli anni ‘50 insieme a Pachiacchione, simbolo di questo suino. Dal Suino di Razza Casertana si ottengono prosciutto, capocollo, guanciale, pancetta, lonza, salame e tre salsicce speciali: ‘a sasiccia, a’pezzente e c’a vufara. Passione, competenza, amore per la propria terra e le tradizioni familiari sono la forza di Giuseppe, deus ex machina dell’azienda.

Pepe in Grani

Oltre al menù alla carta si consiglia il menù degustazione: una vera esperienza. Per le grandi occasioni c’è Authentica, un tavolo per 8 persone in una sala riservata con Franco Pepe che prepara e racconta le pizze per gli ospiti. Si va da pochi euro per le pizze tradizionali ai 100 € a persona per Authentica.

Bacco e Bivacco

Sara e Marco vivono in simbiosi con l’ambiente del Matese e interpretano alla perfezione la passione di chi predilige il turismo outdoor. Escursionismo sui sentieri del Matese ma soprattutto punto di riferimento per gli amanti del cicloturismo. Qui è possibile infatti partire alla scoperta degli itinerari più belli in sella a bici muscolari ma anche e-bike, in libertà o guidati. E infine è la destinazione prescelta dagli appassionati di parapendio che fanno base qui per poi andare a scoprire cieli, pareti e correnti che fanno del Matese un paradiso da vivere in volo. 

Agriturismo Le Fontanelle

Se Annibale oziava nella valle trebulana, duemila anni dopo Carmela non riesce a star ferma. La settantacinquenne anima e cuore dell’Agriturismo Le Fontanelle, taglia erba, guida il trattore, va per i boschi in cerca di erbe spontanee. “Si raccolgono in terreni incolti, senza trattamenti o fertilizzanti”, racconta il figlio Pasquale, “In sintonia con la nostra filosofia, autenticamente biologica”.

Vino e Biga

Un amore sconfinato per pizza e vino. La pizza è una cosa semplice ma esprime saggezza, equilibrio e allegria. Luigi e Marco utilizzano farine con germe di grano macinate a pietra e curano con attenzione l’abbinamento con i prodotti tipici del Matese. Stagionali, classiche, “pensate per voi” e vegetariane: materie prime di qualità e cura per l’estetica. Molto interessante l’accostamento con i vini del territorio ma anche di altre zone d’Italia, compreso il Barolo.

Canestrini Wine

Nell'eremo che dà sui fitti boschi sopra Castel Campagnano, tra ulivi e ombrose querce, mamma Adele affida all’olio bollente i fiori della robinia. Il pasto alle erbe è servito sul tavolo di legno, con vista su selvaggi panorami: frittelle di salvia, pasta e ceci con bietole e acciuga salata, involtini di verza in foglie di cavolo rosso, polpette di broccoli selvatici, cipolle imbottite. Si mangia sopra l’orto dove crescono erbe aromatiche, piselli, fave, cipolle, insalata, carciofi, cicoria selvatica, all’ombra della vecchia casa col pavimento e il forno originali. “Quando arrivai qui vent’anni fa in cerca di un luogo dell’anima, era un rudere con gli alberi dentro”. Le consigliarono di trasformarla in una casa hollywoodiana e invece è diventata il regno del silenzio. C’è anche la cantina costruita per motivi misteriosi da papà Carmine, tifosissimo degli All Blacks.

I Cacciagalli

Negli anni ’60 alla masseria I Cacciagalli, non lontano dagli umori del vulcano Roccamonfina, nonno Florestano espiantò  i vitigni autoctoni per mettere a dimora vigneti di tipo internazionale. Scelta di convenienza: il core business a quel tempo era la vendita dell’uva. Quando vent’anni fa la nipote Diana, agronoma, riprese l’azienda di famiglia, decise di tornare alle origini. Espiantò i vitigni del nonno per premiare il terroir. “Volevamo ricominciare dalle vigne che identificano la nostra terra. I bianchi Fiano e Falanghina, i rossi Aglianico, Piedirosso e Pallagrello Nero”.

Le Campestre

Benvenuti nel paradiso del Conciato Romano dove la famiglia Lombardi fa le veci di San Pietro. Il Conciato è un formaggio estremo, con i suoi 2500 anni è uno dei più antichi del mondo; un pecorino a latte crudo caratterizzato dalla conciatura in anfore di terracotta con peperoncino, timo serpillo (nepitella) essiccato, olio EVO di caiazzane e leccino, e vino Casavecchia. L’affinamento in anfora va da sei mesi a due anni. Come dice Manuel, ha un carattere prepotente, burbero, presuntuoso e tiene a’ capa tosta (la testa dura), ma nasconde una dolcezza inaspettata. È profondo. È conservatore e non accetta rivisitazioni. Al contatto col palato scatena sensazioni forti, apre tutti i sentori gustativi e regala una ricchezza di aromi veramente rara. Grattugiato sulla Mastunicola di Franco Pepe appena uscita dal forno esplode con un effetto quasi balsamico. 

Masseria Piccirillo

La strada che da Caiazzo vola verso Castel Campagnano è un viaggio nella bellezza. È lì che si trova l’azienda agricola della famiglia Piccirillo. Qui, oltre ai leggendari pranzi domenicali con prodotti a centimetro 0, si beve molto bene. Carmine, appassionato viticoltore e vinificatore di Pallagrello e Casavecchia insieme alla moglie Claudia fa gli onori di casa; sono i genitori di Giovanni, è lui che ha trasformato la cantina Beati Colli in un luogo di sapiente creatività: laureato in enologia ad Avellino e specializzato presso l’Institut des Sciences de la Vigne et du Vin a Bordeaux. La sua tesi di laurea incentrata “sull’attitudine dell’uva Pallagrello bianco a divenire un vino spumante” sarà il concepimento della sua opera d’arte: il Prima Gioia, primo spumante brut di Pallagrello bianco in purezza, ottenuto con metodo classico affinato per 26 mesi. Era il 2017, consolidamento di una storia familiare e inizio di un percorso di talento.