La Colombaia
Alle porte di Capua brulica La Colombaia, azienda agricola biodinamica dalle due anime. Unite da un cordone ombelicale, una se ne sta tra valli e colline, indaffarata nell’allevamento sostenibile di suini neri e bovini di razza marchigiana, a vegliare sulle mucche ci pensa Barone, il giovane toro, l’altra, di 100 ettari, sonnecchia in pianura, impegnata nella produzione di cereali e ortive invernali esportati in tutto il mondo: lattughe, cavoli, finocchi, spinaci, mais, bietole, fragole, zucche. “Siamo nati 30 anni fa”, dice Francesco, “per ispirazione di tre fratelli, Enrico, mia madre Orsola e Pasquale”. Due anime ma un unico organismo. “Il nostro obiettivo non è tanto l’allevamento inteso come fonte di carni ma il letame prodotto da animali che mangiano solo prodotti di nostra produzione, lontani anni luce da fitofarmaci e pesticidi".
Masseria Giòsole
Sessanta ettari di verde luccicante dalle mille sfumature. Un angolo d’Inghilterra nella campagna capuana. Sembrerebbe la dimora dei Windsor e invece nella masseria si muovono trattori e operai. “Joe Sole”, racconta Nicola, "è un’azienda multifunzionale da 30 anni. Alterniamo coltivazioni agricole, trasformazioni delle materie prime, attività agrituristica, produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici. Il più grande da 1000 KW è costruito su serre agricole dove si coltivano nettarine e rende l’azienda autonoma dal punto di vista energetico”.
B&B Le Fontanelle
Adiacente all’agriturismo, il B&B Le Fontanelle è gestito da Maria Luisa e domina il cuore verde delimitato da una corona di monti: Friento, Maiolo, Maggiore, Fallano. Le camere , tre matrimoniali con la possibilità di letti aggiuntivi, dotate di bagno privato, spaziose e confortevoli, l' accoglienza familiare e autentica, contribuiscono a rendere questa struttura un luogo ideale per rilassarsi e per il viaggiatore che vuole scoprire il territorio.
Masseria Le Zavattole
La pietra con le iniziali scolpite è rintanata dal 1922 dietro una cascata di limoni. S.A sta per Antonio Scirocco, il capostipite della famiglia. “Fu lui”, spiega Maria Grazia, “ad acquistare l’ottocentesca masseria dove sferragliavano le trebbiatrici a vapore. La passò a nonno Biagio e lui a papà Antonio che porta lo stesso nome. Nel casolare sono stati ricavati appartamenti coi nomi legati alla storia della masseria: suite Mazzarino da o mazzarina, la soffitta dove si stoccavano granaglie, Donna Tommasina, la nonna, zio Gianni, il fratello di papà, l’Antico Pagliaio.
Pepe in Grani
Oltre al menù alla carta si consiglia il menù degustazione: una vera esperienza. Per le grandi occasioni c’è Authentica, un tavolo per 8 persone in una sala riservata con Franco Pepe che prepara e racconta le pizze per gli ospiti. Si va da pochi euro per le pizze tradizionali ai 100 € a persona per Authentica.
Bacco e Bivacco
Sara e Marco vivono in simbiosi con l’ambiente del Matese e interpretano alla perfezione la passione di chi predilige il turismo outdoor. Escursionismo sui sentieri del Matese ma soprattutto punto di riferimento per gli amanti del cicloturismo. Qui è possibile infatti partire alla scoperta degli itinerari più belli in sella a bici muscolari ma anche e-bike, in libertà o guidati. E infine è la destinazione prescelta dagli appassionati di parapendio che fanno base qui per poi andare a scoprire cieli, pareti e correnti che fanno del Matese un paradiso da vivere in volo.
I Cacciagalli
Negli anni ’60 alla masseria I Cacciagalli, non lontano dagli umori del vulcano Roccamonfina, nonno Florestano espiantò i vitigni autoctoni per mettere a dimora vigneti di tipo internazionale. Scelta di convenienza: il core business a quel tempo era la vendita dell’uva. Quando vent’anni fa la nipote Diana, agronoma, riprese l’azienda di famiglia, decise di tornare alle origini. Espiantò i vitigni del nonno per premiare il terroir. “Volevamo ricominciare dalle vigne che identificano la nostra terra. I bianchi Fiano e Falanghina, i rossi Aglianico, Piedirosso e Pallagrello Nero”.
Terrae Tiferni
In attesa che Alice, un anno e un mese, vada ai posti di comando, Cesare e Monica portano avanti l’azienda vitivinicola nata 7 anni fa ai confini della vigna di tre ettari. Ha preso il posto della masseria di Antonio Melillo, bisnonno di Cesare. Sul pavimento della corte, dove un tempo c’erano le mucche e il fienile, è incastonata la pietra di fondazione con l’anno e le iniziali, M.A. 1934. Sono partiti da zero i due sposini. Ci hanno messo la faccia e il sudore. Non siamo lontani da Monticelli, dove nasceva il dolce Pallagrello che inebriava re Ferdinando IV di Borbone. Ne scorreva a fiumi durante le feste di corte.